Friedensrepräsentationen
La lega degli affetti nella Pace Universale che sperasi, e nella particolare che godesi nella Provincia di Brescia, Corniani Algarotti Racc. Dramm. 5598

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Objekt
Objektart
Libretto
Titel/Incipit
La lega degli affetti nella Pace Universale che sperasi, e nella particolare che godesi nella Provincia di Brescia
Untertitel
Pastorale intrecciata di Esercizi Cavallereschi
Inventarnummer/Signatur
Corniani Algarotti Racc. Dramm. 5598
Verwalter
Verwalter (Ort)
Weiteres Exemplar
Inventarnummer dupl.
MUS0319441
Verwalter dupl.
Verwalter (Name) dupl.
Verwalter (Ort) dupl.
Herstellung
Hersteller
Herstellerrolle
Drucker
Herstellungsort
Beschreibstoff
Papier
Datierung
Datum
1714
Inschriften/Stempel
Signatur Beschreibung
Signatur (Typ)
Verlagsadresse
Signatur (Inhalt)
Nella stamperia di Gio: Maria Rizzardi
Literatur
Objekt in Ausstellung
Virtuelle Ausstellung
Präsentationsgruppe
Bearbeitung
Bearbeiter
Chiara Pelliccia
Bearbeitungsstatus
Fortgeschritten
Bild-URL
http://friedensbilder.gnm.de/sites/default/files/Antiporta RACC. DRAMM. 5598.jpg
http://friedensbilder.gnm.de/sites/default/files/Frontespizio RACC. DRAMM. 5598.jpg
Kommentar:

La Lega degli affetti è un componimento pastorale in 13 egloghe dialogiche, composto nell’ambito del Collegio dei Nobili di S. Antonio di Brescia per l’annuale accademia dei convittori. Secondo l’uso dei collegi aristocratici, i convittori, oltre a comporre i testi, interpretano l’accademia, sia nelle parti musicali che nelle azioni cavalleresche e nei balli, assumendo il nome di personaggi pastorali. Nella sezione finale del libretto è riportato, infatti, l'elenco di tutti gli interpreti. Ciascuna egloga è introdotta da una breve didascalia del contenuto e dalla presentazione di ciascun personaggio ed è conclusa, alternativamente, da un ballo, un’azione cavalleresca, un’aria vocale intonata dal coro o un brano di musica strumentale. Talvolta è presente un intermezzo musicale all’interno dell’egloga.

Il componimento si apre con un messaggio di pace: il pastore Sergano esclama al suo amico Meliceo: «Se il vero dice, o Meliceo, la Fama… quella Pace si fa che il mondo brama». Infatti Meliceo e Sergano hanno sentito dire che ci sono in corso conferenze di pace «Là per gl’Elvetij gioghi». Le voci si susseguono, portate da personaggi provenienti da altre terre. Con questo avvio, il componimento sviluppa in ciascuna egloga un ampio discorso relativo alla pace, e alla guerra, attraverso una loro comparazione, sottolineando i vantaggi e i benefici della pace, l’opportunità di festeggiarla, e la felicità di mantenerla con un buon governo. Della pace si mostrano le gioie e l’armonia attraverso la musica e i balli, all’opposto, le azioni cavalleresche simboleggiano il conflitto, con riferimento allo stato di guerra con l’impero Ottomano (Brescia era parte della serenissima Repubblica di Venezia) e alle trattative in corso, tra l’Europa e il Mediterraneo. 

L’accademia, nel complesso, rappresenta il rapporto dialettico (dialoghi) tra la guerra (azioni cavalleresche) e l’armonia della pace (musica e balli). Questa dialettica è al cuore della diplomazia e il riferimento alle trattative tra Venezia e l’impero ottomano è esplicito nell’incisione in antiporta, che ne raffigura i protagonisti: dal plenipotenziario di Venezia (n.1), ai mediatori inglese e olandese (rispettivamente nn. 4, 5 e 7, 8), ai dragomanni e plenipotenziari ottomani (nn. 3, 6, 9, 10, 11). Il cartiglio della didascalia è tenuto da due putti, alato quello di destra, con ramo d’ulivo e torcia rovesciata quello di sinistra, a simboleggiare la pace. La ruota, simbolo della fortuna, è nell’angolo in basso a sinistra.

CP

Ausstellungstext:

„La Lega degli affetti“ist eine Pastoralkomposition mit 13 dialogischen Eklogen, die von den Zöglingen des Collegio dei Nobili di S. Antonio in Brescia im Rahmen der jährlichen musikalischen Akademie verfasst und aufgeführt wurde. Nach dem Brauch der aristokratischen Kollegien nahmen die Zöglinge an Akademiesitzungen teil, indem sie nicht nur die Texte verfassten, sondern auch die musikalischen Partien und die ritterlichen Übungen sowie die Tänze ausführten und dabei Hirtennamen trugen. Im letzten Abschnitt des Librettos werden die Namen aller Darsteller aufgeführt. Jede Ekloge leitet eine kurze Erläuterung des Inhalts mit der Präsentation der einzelnen Figuren ein und schließt entweder mit einem Tanz, einer ritterlichen Übung, einer vom Ensemble angestimmten Arie oder einem Instrumentalstück. Zuweilen ist innerhalb der Ekloge ein musikalisches Intermezzo vorgesehen.

Die Komposition beginnt mit einer Friedensbotschaft: Der Hirte Sergano ruft seinem Freund Meliceo zu: „Se il vero dice, o Meliceo, la Fama… quella Pace si fa che il mondo brama“ (Wenn die Fama, oh Meliceo, die Wahrheit sagt… wird der Frieden geschaffen, den die Welt begehrt). Mediceo und Sergano haben nämlich gehört, dass Friedensgespräche stattfinden, „Là per gl’Elvetij gioghi“ (dort unter dem Joch der Helvetier). Die Stimmen folgen aufeinander, sie werden von handelnden Personen aus fernen Ländern gesungen. Danach entfaltet die Komposition in jeder Ekloge einen ausführlichen Diskurs über den Krieg und den Frieden, die miteinander verglichen werden, während die Vorteile und Wohltaten des Friedens, die Gelegenheit, ihn zu feiern, und das Glück, ihn mit einer guten Regierung zu erhalten, hervorgehoben werden. Die Freuden und die Harmonie des Friedens werden durch die Musik und die Tänze dargestellt, während die ritterlichen Übungen den Konflikt verkörpern und auf den Krieg mit dem osmanischen Reich (Brescia gehörte zur Republik Venedig) sowie die laufenden Verhandlungen zwischen den europäischen und mediterranen Ländern verweisen.

Die musikalische Darbietung stellt die dialektische Beziehung (Dialoge) zwischen dem Krieg (ritterliche Übungen) und der Harmonie des Friedens (Musik und Tänze) dar. Diese Dialektik steht im Zentrum der Diplomatie, und der Verweis auf die Verhandlungen zwischen Venedig und dem osmanischen Reich wird in dem Stich deutlich, der das Frontispiz schmückt und die Protagonisten zeigt: vom Bevollmächtigten Venedigs (Nr. 1) bis zu den englischen und holländischen Vermittlern (Nrn. 4, 5, bzw. 7,8) und den osmanischen Dragomanen und Bevollmächtigten (Nrn. 3, 6, 9, 10, 11). Die Schriftrolle mit der Bildunterschrift wird von zwei Putten gehalten, die rechte ist geflügelt, die andere, mit Olivenzweig und umgedrehter Fackel, symbolisiert den Frieden. Das Rad, Verkörperung der Fortuna, ist in der linken unteren Ecke zu sehen.

CP