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Cantata a voce sola con v.v: / Del Sig.r Domenico Sarri

 

Di tre Dee su l’Ida
Fui già giudice un tempo ora di quante
Reine e Principesse ornan la terra
Giove vuol ch’io decida il pomo d’oro.

    Dissi allor che la più bella
    È colei che mi piagò
    Non fu Pallade già quella
    Né Giunon ch’il core amò.

La discordia fu all’or ch’il ricco dono
Nelle nozze scagliò del gran Deleo
S’irritaro le Dee alla contesa
Rimbombò d’ogni intorno e al grido orrendo
Tremò l’Olimpo et echeggiò l’Abisso.

    Guerra orribile
    Aspra battaglia
    L’alme infiamma
    E i cuori assale
    L’esser Dea già nulla vale
    Al furor che l’ira scaglia.

Ma a che giova ch’io narri
Degli dei la contesa
Ah Ciprigna gentil Ciprigna amata
Tu la più bella sei
Tu l’alma del mio core
E solo al tuo favore
Dovrian gratie et honor gl’incendij miei.

    Del mio bene le pupille
    Son scintille e i petti infiamman
    Dal bel sen n’escon faville
    Onde l’alme e i cori avvampan.

Ma stolto Pastorello e che rammenti
Così sospendi tu l’alto giudizio
Anzi no ecco il pomo ecco lo scaglio
Di Luisa Maria nel nobil seno
Di Luisa consorte al gran Filippo
Né Pandora già mai fu sì perfetta
Né Minerva né Giuno o Citherea
E quante grazie mai e quanti doni
Versò natura in sì diversi oggetti
L’epilogò in lei sola in lei poi unille.

    Di Luisa l’anima grande
    Incatena i cuori e l’alme
    Di Luisa son le palme
    Dove Amor l’impero spande.

E qual altra miglior potean le stelle
Apparecchiare al gran Monarca Ispano
E già che sacro dono
Di Filippo e Luisa
I cori incatenò gioisca il mondo
Il mondo tutto acclami
Dian più soli a più mondi
E sian felici gl’almi rampolli
Di sì eccelse piante.

    Serri ormai Giano il suo Tempio
    E a gl’ulivi i lauri sposi
    E Filippo or ch’aspro scempio
    Fé degl’empi si riposi.