Interlocutori:
Amor divino
Giustizia
Natura umana
Natura Umana. Vo piangendo, e sospirando
Né so quando
Avrà fine il mio dolor.
Giro il piano, e fuggo al monte,
Scorro il Bosco, e scendo al Fonte,
Né un momento
Di contento
Prova il misero mio cor.
Vo piangendo, &c.
Amor Divino. Di che ti lagni, inconsolabile sempre,
Fra lacrime, e sospiri
Figlia d’alto poter, Natura Umana?
Natura. Con voglia iniqua, e insana
Errai, ohimé peccai
Contro il Ciel, contro Dio, contro me stessa;
Piango la mia caduta,
l’Innocenza perduta;
Gemo nel più profondo
D’un infelice stato,
Dove dal grave pondo
Tratta un tempo già fui, del mio peccato.
Amore. Compiango al tuo dolore
Grave il fallo fu sì, grave è la pena,
Ma minor di tua colpa
Sorgi deh, sorgi intanto,
Da freno alle querele, e tregua al pianto.
Mia figlia eletta
Cara, e diletta
Non più non piangere, non sospirar.
Fugato il duolo
Vedrai già solo
Ridente il giubilo
Con te regnar.
Mia figlia &c.
N. E chi dona conforto al mio dolor?
A. L’Amor, l’amor d’un Dio
N. Sommo, Divino amor, grazie ti rendo,
Ed al mio grave mal, rimedio attendo.
Am. Speralo pur sicura
Basta che sei del braccio mio fattura.
N. E donde tanto amore
A me sì vile e ingrata,
Troppo indegna ne sono.
Am. D’un’immensa pietà sol questi è dono.
N. Consolati cor mio
L’amor, l’amor d’un Dio
Non vuol, no no, non vuol, che peni più;
Godi, trionfa, e spera
Non vuol, che l’opra pera
Opra della sua man, di sua virtù.
Consolati &c.
Giustizia. Infelice che sei, Natura Umana
Di castigo sol degna,
Perché ingrata e ribelle
A quel Fattor che ti die’ spirto, e vita.
Pietà forse tu speri?
Folle come son vani i tuoi pensieri.
N. che sperar non poss’io
Nell’amore d’un Dio?
G. Spera quanto pur vuoi, e quanto sai,
Che l’Amore Divino
Alla Giustizia non s’oppose mai.
N. Dunque un sì dolce amore
D’Infinito Poter, tutto Clemenza,
Ch’in cielo ha Impero, e Regno
Abbatter non potrà tuo giusto sdegno.
G. Sia più forte, della morte
Sia Clemente, Onnipotente
Al mio sdegno, al mio rigore
Vinto amore cederà.
Di Giustizia il braccio armato
Contro l’empia ch’ha peccato
I suoi strali accenderà.
Sia più forte, &c.
N. Oh Dio, oh Dio che sento!
Gelo per lo spavento,
Amor, tu m’ingannasti,
E con soavi accenti
Raddolcire ti piacque i miei tormenti.
Si, si, tu m’ingannasti
Tu mi tradisti Amor.
Dove trovar, omai
Mio cor, scampo potrai,
Conforto al tuo dolor?
Si, si, &c.
A. No, no non t’ingannò, che non inganna
Quel santo Eterno Amore,
Che prima d’ogni tempo
Scolpita già t’havea nel suo bel core.
N. La Giustizia il contende
A. Agli assalti d’Amor vinta si rende.
N. E quando sarà mai?
A. Credilo pur, e spera, oggi il vedrai.
All’Umana egra natura
Porgerà rimedio, e cura
Quell’Amor, che la creò.
Poi da questa umile, e frale
Volerà nell’Immortale
Più gradita
Eterna Vita
Quell’istessa, che peccò.
All’Umana &c.
N. Voci soavi, e care:
Torna lieto mio cor, torna a sperare
Amor, se non m’inganni
Caro, se dici, il ver, io sono beata.
A. Amore non t’inganna
Cara, ti dice il ver, sarai beata
N. Doppo sì lunghi affanni
Spero per te goder la pace amata
A. Non più non più t’affanna
Spera per me goder la pace amata.
G. Dimmi Divino Amore
Nato meco ad un parto in grembo a Dio
Sai pur di quanto peso
Fu la colpa di Adamo?
Quanto, e quanto fu allora
L’eterna Maestà dell’Uomo offesa.
Andrà dunque impunito
L’error superbo, e ardito
Con fronte altera, e lieta?
Ah no, che il Giusto,e la Ragione il vieta.
La Giustizia vuol che mora
Chi ribelle è al suo Fattor
Stragi, e sangue grida ogn’ora
Al mio Dio l’antico error.
La Giustizia &c.
A. Amor, pietoso Amore
Morte non vuol, ma vita;
E Fu splendido dono
Gloria del mio poter sempre il perdono.
G. Troppo è grave l’eccesso;
E l’offesa d’un Dio
Pagar altri non può, che un Uomo Dio
A. O decreti del ciel profondi, e immensi
Quello appunto farò, che dici, e pensi
Farò sì, sì che scenda
Dal sommo cielo, e prenda
Spoglia mortal fatt’uom l’istesso Dio;
Farò che gema infante
E poi di duol spirante
Paghi del fallo altrui, col sangue, il fio
Farò sì, sì, &c.
G. Dunque per vil natura iniqua e frale
Farassi un Dio mortale?
A. Morrà, si si morrà, e sopra un legno
Vedrassi un Dio trafitto
E con la morte sua morto il delitto.
G. Amor, se così vuoi vinta mi rendo
Né più teco contendo
Hai vinto Amor, ti cedo, io son contenta
Placato è il mio rigore,
la fiamma del furore
Dall’aura tua gentil oggi fu spenta.
Hai vinto Amor, ti cedo, io son contenta
A. Natura Umana, udisti
Della Giustizia il rigido decreto
Che già s’accheta, e cede;
Presta dunque ad Amor ossequio, e fede.
Quel pargoletto
Nudo e negletto
Che nascer volle
In vil capanna
Con voce amica
Palesi, e dica
Se il ver ti dice, o Amor t’inganna
Quel pargoletto &c.
N. Questi è forse l’infante
Dell’uomo tanto amante?
A. Apunto hora il dicesti.
N. Dunque senza tardar nato è quel Dio
Che rimedio può dar al fallo mio?
A. Amor sprezza dimore:
A passi da Gigante,
Corse, volò dal Cielo, ed hor sul fieno
Nato da Vergin pura, e madre intatta
Bambinello sen giace
Nunzio di Gioie, apportator di Pace.
[…]
N. O mille, e mille volte
Se così dir mi lice,
Fortunata mia colpa, error felice
Che d’aver meritasti
Con prodigio d’Amore
L’istesso re del Ciel tuo Redentore
Su, correte d’ogni intorno
Alme liete al chiaro giorno
Trionfando,
Risonando
Pace, Gloria, e Libertà.
Ite lungi affanni, e pene
Son già rotte le catene
Non più geme,
Non più teme
La dolente umanità.
Su, correte &c.
Coro. Pace, Gloria, e Libertà
Per noi splende amica stella
Spunta in ciel Alba ridente,
Luce a noi reca più bella
Da tre monti un sol CLEMENTE.
Per noi &c.
IL FINE