Vaticini di Pace. Componimento per musica da cantarsi nel palazzo Apostolico la notte del Santissimo Natale l’anno MDCCIII.
Parole del Dottor Paolo Gini, musica di Domenico Filippo Bottari. [Stemma xil.di Clemente XI con motto: Et in terra pax]. In Roma per Luca Antonio Chracas, MDCCIII.
Interlocutori:
Core umano
Pace
Giustizia
Amor divino
Core. Bella Pace, ove sei?
Gioja del Core uman, dove t’ascondi?
Miro solo di martedì Spettacoli funesti, e te non vedo.
Care spiagge latine
Nido di bel riposo
Prive ancor voi del mio Tesoro amato!
Miser cor; e quanti,
Oh Dio, timpani, e trombe
Ruban il dolce sonno a gl’occhi miei.
Bella Pace, ove sei?
Bella Pace riedi a noi
Te sospira, e brama il cor;
Se non vuoi, ch’Egli giulivo,
del tuo vago, e verde Olivo
Provi tutto
Dolce il Frutto;
Fanne almen
Che veda il Fior
Bella Pace &c.
Pace. O folle Umano Core
A che tante querele?
Quella PACE trovar e come speri,
Se il tuo fallo esecrando
E dal Mondo, e da Te le diede il bando;
Piangi l’antico errore,
Drizza gli affetti al Cielo, e poi vedrai
Co ‘i timpani sonanti
Gl’Oricalchi ammutir, l’Italia in Calma,
Ogni cor fra le gioie, in PACE ogn’Alma.
Vuoi Pace al core,
O Core Umano;
Che lieta torni
Pace ai tuoi giorni,
Torna, deh torna tu ancor’a Dio
Dal tuo Signore
Se vai lontano
Saran vicine
Le tue ruine,
Di bella Pace vano il desìo.
Vuoi Pace &c.
PACE io son, de’ giusti amica solo;
Lungi dall’empio cor me n’ fuggo e volo.
Amore. Deh perché mio Signor al Popol Tuo
Non accorri pietoso
Là dove in seno a Martial furore
Geme oppresso & afflitto
Forse per gran delitto
Di chi t’offende ogn’ora
Lasci cader l’orribile flagello?
Pur troppo è ver, che quello
Chiamò dal Ciel vendetta
Ma vero è pur, mio Dio ch’oggi nascendo
Fra miseri mortali
CLEMENTE più che giusto Amor ti rese,
Poiché rendi la PACE a chi t’offese
Su dunque la CLEMENZA
Regni solo, e trionfi: al Reo condona
Et al Mondo fedel Pace ridona.
Quel bianco latte,
Che vai succhiando
Da poppe intatte
Di Vergin pia
Figlio a Maria
Sacro Bambin;
Passi dal petto
Al cor, stillando
Tenero affetto,
Pietà, perdono;
E fia bel dono
D’Amor Divin.
Quel bianco latte &c.
Giustizia. Che dici, che pretendi Amor Divino
Dal celeste Bambino?
Troppo son tue richieste alte, importune;
La Giustizia non vuole
Che l’errore impunito
Gonfio del suo fallir sen vada Altero
Chi spesso il Ciel offende
Col perdono ostinato ei più si rende.
Su, Su dunque alle straggi,
Impiagate, uccidete Armi, Saette,
Fate del giusto Dio giuste vendette.
Da nemica ultrice Spada
Pera si, l’iniquo cada
Del furor vittima esangue.
Divien Piaga più ritrosa
Se la tratta Man Pietosa;
Al rigore
Duro il core
Cede sol, e vinto langue.
Da nemica &c.
Core. Gravi tanto l’offese
Sono del Core Uman, o grande Astrea
Giust. Di castigo maggior tua colpa è Rea.
Core. Peccai, pietà, perdon; prometto emenda.
Giust. Chi peccò non pietà, ma morte attenda.
Core. Dunque perir degg’io?
Giust. Così vuole Ragion, Giustizia, e Dio
Core. Un Dio d’amor, di belle gratie ornato?
Giust. Di sdegno ancor, e di flagelli armato.
Core. Chi Padre di Pietà s’appella, e come!
Giust. Delle vendette pur, ei vanta il nome.
Core. A’ Piè del Tribunal Eccelso, e Santo
Darà pentito il cor, mercé di pianto.
Giust. Non è prezzo condegno
All’emorme delitto, e fallo indegno.
Core. Perir vedrassi umiliato un core
Giust. Condanni la cagion del proprio errore
Si, si, perirà
E l’orrido scempio
Di specchio, d’esempio
Al mondo farà
Si si perirà
Core. Ohimè chi mi soccorre, oh Dio, che sento!
Amore. Core Uman, di che temi?
Core. La Giustizia pavento
Amore. Non paventar, habbi di Me fidanza
Trionferò di Lei, di sua possanza
Amor trionferà:
Non paventar o Core
Spera, spera in Amore;
Con Braccio invitto, e forte
L’Arco, lo stral di morte
Di man le toglierà
Amor trionferà.
Non perirai no, no; sarà tuo scudo
Il petto d’un Fanciullo ancorch’ignudo.
Core. O di Giustizia, e Amore
Troppo discordi accenti
Giustizia vuol ch’io pèra;
Amor mi dice spera;
Provo nel tempo stesso e gioja, e pena.
Speranza mi rincora
Timor m’affligge ogn’hora,
Quella nodrisce il Cor, Ei l’avvelena.
Giustizia vuol &c,
Pace. Giustizia se non vuoi d’un empio Core
Le voci udir, e i pianti
Odi cortese almeno
Dell’Infante divino
Gl’innocenti vagiti
Dolci d’amor, e di pietade inviti
Quel pargoletto
Da fasce stretto
Che senti piangere
Piange per frangere
L’aspro tuo cor.
Di stille tante
Sarai sprezzante?
Al suono amabile
Sorda, implacabile
Sdegnata ancor?
Quel pargoletto &c.
Giust. A lagrime sì belle
A voci sì amorose
Giustizia che farai?
Abbattuta mi vedo
Resister più non posso e vinta cedo.
Già mi sento intenerir
E commover a pietà
Chi bambin sul fieno giace
Non più guerra, ma vuol pace
Risanar, e non ferir,
Vuole Amor, non crudeltà.
Già mi sento &c.
O PACE amata e cara
Pace. O mia fida Germana
Giust. Porgi, o bella, deh porgi amico il braccio
Pace. Ecco, stendo la man, io già t’abbraccio
I tuoi baci che prendo
Più dolci a te li rendo
Giust. E pace a 2. Non cangeran mai tempre
E viveranno sempre
Il vincolo tenace
Giust. La GIUSTIZIA
Pace. La PACE
Core. Di Giustizia e di Pace
Cari giocondi amplessi
Soavissimi baci
Dolce lega d’affetti
O quanto al Core Uman, o quanto piaci
Sacra Notte tu sei
Di nodo sì felice
Teatro, e spettatrice
Notte bella, e seren
Di luce adorna, e più di gratie piena
Bella Notte in cui risplende
Di giustizia un Sol CLEMENTE
Sol ch’accende l’ombre intorno
E dall’ombre nasce un Giorno
D’ogni Giorno il più lucente
Bella Notte &c.
Core. Vedesti oh core uman per mia grand’opra
Sposate a tuo favor Giustizia e Pace
Amore. Che più tuo cor desìa?
Core. Che di Pace comun il gaudio sia
Amore. Vanne, festeggia pur, già su Tre Monti
Di CLEMENZA regnante
Vaga STELLA s’ammira,
Che foriera di gioja in chiare cifre
Con aspetto giocondo
La PACE universal predice al mondo
No, no non più crudel
Sarà placato si,
CLEMENTE il ciel
A le preghiere, al pianto
Del Dio Pastor, e Santo
Vedrà l’Uman desire
Spente di Marte l’ire
Con sorte avventurata
Spuntar l’Iride amata
Sopra del caro a Dio Popol fedel
No, no non più &c.
Pace. Su quest’eccelso Monte
Che da bugiardi Vati
Ebbe l’antico nome, & hora il prende
Dagl’Adorati, e Santi
Infallibili Oracoli Divini
Spera vederne, o Core
Avverati di PACE i VATICINI
La CLEMENTE amica STELLA
Qual accesa in Ciel Facella
Via di PACE additerà
Da TRE MONTI un’ALBA d’Oro
A scoprir il gran tesoro
Chiara, e bella sorgerà.
La CLEMENTE &c.
Core. O fortunato core, mondo felice
Quanto sperar ne lice
Dà sì bell’ALBA e sì CLEMENTE STELLA
Amore. Spirti Beati intanto
Che volate d’intorno al Sacro Speco
Sciogliete al suono, al canto
Le Cetre armoniose, i dolci labbri
E con eco festiva
Odasi rimbombar per piani, e Monti
PACE si, non più guerra
GLORIA al Sommo Fattor, e PACE in Terra.
Quanto dolce, quato cara
PACE sei, PACE gradita;
Tu ridoni al mar la calma,
Sola dai diletto all’Alma,
E richiami al Cor la Vita.
Quanto dolce, quanto cara
PACE sei, PACE gradita.
Pace. Quanto vago, quanto amato
Amor sei, Amor Divino:
Dalle sfere, o sacro Ardore
Tu la Gioja rechi al Core;
Doni al Mondo un Dio Bambino.
Quanto vago, &c.