Componimento a cinque voci. Da cantarsi la notte del SS.mo Natale nel Palazzo Apostolico. In Roma, nella stamperia di Gio: Battista Bussotti MDCLXXVII.
Testo. Già molle di sudor la notte algente
L’erto sentier del Cielo asceso avea,
E librati i momenti all’Occidente
Scosse dal fosco sen l’ombre spingea;
Quando un raggio lucente,
Al cui lampo sembrar può Stella, il Sole,
Scelto fra quei, che suole
Vibrar l’amore a i Serafini in Cielo,
Con festivo fragore
Squarciò, nuntio di Pace, all’ombre il velo.
Ogni Pastor, che intento
Ne i Colli di Betlem reggea l’armento
Vide, e sentì l’insolito splendore
Ch’illuminava, più degl’occhi il Core.
Questo è quel raggio, al cui valor s’udiro
Vaticinar in tante forme, e tante
Quegli Eletti dal cielo Heroi primieri,
Con questo a voi s’apriro
Fortunati pastor, gl’alti misteri
Ch’oprar dovea l’onnipotenza amante,
Ond’ebri in un di spirto, e di contento,
Correste a gara ove giacea tremante
Fatto di sé minor, quel dio Gigante,
Ch’il gran passo formò dal soglio eterno
Per salvar l’huomo, e soggiogar l’inferno.
A 5: Sia l’Ingresso, o Signor, fausto e fecondo,
Gloria a Dio, Guerra al senso, e Pace al mondo.
[...]
Un pastore: porta scolpita ogni mortal, che nasce
La colpa in fronte, e lo fa reo di pena,
Ma tu fatto mortal, la mia catena
Snodi, e formi con questa a te le fasce;
A 5 : Tanto in terra poté quel grande errore!
Tanto nel Cielo può quel grande amore.