La pace degli elementi in ossequio al Natale del Redentore.
Natura, Terra, Acqua, Aria, e Foco. Componimento per musica a cinque voci, con istrumenti da cantarsi per la Notte del Santissimo Natale nel Palazzo Apostolico.
Parole di Pietro Giubilei, musica di Giuseppe Pacieri virtuoso dell’Eminentissimo signor Cardinal Cybo.
In Roma, nella Stamperia dell reverenda Camera Apostolica. 1684. Con licenza de’ superiori.
Interlocutori
Natura – Primo soprano
Aria – Secondo soprano
Acqua – Contralto
Terra – Tenore
Foco – Basso
Choro.
Natura: Lasciate i vostri Giri
Elementi guerrieri
Di Natura agl’imperi
Pronti venite: Ed hor che fra i deliri
D’ire armate Nascendo,
Arbitro di Concordie un Dio si rese,
Le provide contese
Del vostr’odio ferace
Su la Cuna di lui dormano in Pace.
1) Deh cangiate i vostri sdegni
In desio d’otij amorosi;
E ‘l furor placato insegni
Dolce calma a i suoi riposi.
2) L’Armonia di Gare estinte
Ne suoi lumi il sonno alletti;
Dorma, ei si, ma larve finte
Sian del sonno i vostri affetti.
[…] a 2 Terra- Acqua […] Ci sringa con sue Fasce
In pacifico nodo, Amor che nasce.
Terra: 1) signor, se pace hor vuoi
Di triboli, e di spine
Il sen disarmerò.
E al sol degl’occhi tuoi
Boschi di Palme al crine
Lietàfecondarò.
2.) […]
Acqua : Ma di spirti concordi
Qual sento anch’io tranquillità gradita
Che da moti discordi a risposar m’invita?
Ah che ben io m’avveggio,
che s’ogn’odio svanisce in un istante,
opra è, Signor, del tuo Divin sembiante.
1) Le tempeste moleste del seno
Qual baleno se n’ vanno in Esiglio,
se qual Arco apre iol varco alla Pace
Il vivace splendor del tuo Ciglio.
2) Le procelle rubelle dell’alma
Dolce calma goder io ravviso,
s’il tuo labor ch’è fabbro d’amore
lo splendore sfavilla d’un riso.
Aria. Si sereni il mio regno.
Non più tuoni assordite.
Non più lampi atterrite.
Fulmini disarmate il vostro sdegno.
S’hor di pietade il Sole
Spunta dall’Oriente
In occaso d’Amor l’iresian spente.
E già che al tuo desio, Signore, aggrada,
che soave rugiada
(bella Immagine tua) m’annafij il grembo,
e che Zefiro amico in me s’aggiri,
sia rugiada il tuo pianto, Aura i sospiri.
1) Quelle lagrime innocenti,
son torrenti di pietà;
che scorrendo in placid’onda
fan gioconda
l’ira ogn’hor di crudeltà.
Quelle lagrime &c.
2) Quei sospiri pargoletti
Cari effetti son d’amor;
ch’esalando in aure amene
l’aspre pene
van temprando del rigor.
Quei sospiri &c.
Foco: Frenate, o spirti miei, gl’impeti ardenti
A’ gl’odij bellicosi
Dall’accesa mia sfera
Lungi voglia guerriera.
Io di Pace gl’inviti amo i riposi.
A’ gli Aliti innocenti
Del Bambino celeste
Spegno l’ire funeste al mio furore
E se arderò, sol arderò d’Amore.
1) S’io di Marte alla face m’accendo
È fierezza di crudo destin
Se di Pace agl’inviti mi rendo
È Trionfo d’un nume Bambin.
2) È rigore di stelle crudeli
S’io m’infiammo di acceso velen.
È clemenza di placidi Cieli,
se tutt’arde d’amore il mio sen.
Natura: Già che meco applaudite,
Fortunati elementi
In concordi voleri a un dio di pace;
contrasegno verace
di vostre voglie ardenti
alla sua Cuna ossequiosi offrite:
[…]
Natura: dunque la pace resti,
Vostra mercé, d’eterni lauri or cinta.
Se nasce Amor sia la Discordia estinta.
Terra: Ah, ch’io mento il Sembiante
Ho la pace su ‘l labro
E ‘l Cor di Guerra è amante,
se conto il mio signore
d’ingratissimi oltraggi armo il mio cuore.
[…]
Natura […]: ma qual strepito d’armi
All’orecchio rimbomba?
Ma qual voce? Qual tromba
Con bellicosi Carmi
Fin dall’ultimo Eoo chiamando il Trace
Rompe il sonno al mio nume, a voi la Pace?
Acqua: è un empio che sgrida
con perfidi orgogli
più Sogli.
Aria: è un mostro che sfida
A barbara Guerra
La Terra.
Terra e Acqua a 2: Contro l’empio
Aria Foco a 2: Contro il Mostro
A 4 : s’armi dunque di sdegno il petto nostro.
Terra: con moti tremendi
Acqua: con fiere procelle
Aria: con fulmini horrendi
Foco: con fiamme rubelle
A 4 : mi sveglio alla vendetta, e d’ira avampo.
E al mio furor sia l’Oriente il Campo.
Foco: su su dunque concordi
Con la scorta fedele
Del zelo pio del regnator del Tebro,
Portiam pace su l’Istro, e Guerra all’Hebro.
Choro
FINE