Il consiglio degli Dei
Fonte autorevole dell'argomento è Virgilio che, riprendendo a sua volta da Omero, descrive nell'Eneide (libro X) un Consiglio di dei convocato da Giove visto l'aspro conflitto tra Latini e Troiani che affligge la terra. L'opera per musica Il Consiglio degli Dei, porta in scena la riunione celeste delle divinità su una nube in corrispondenza dei monti Pirenei, in riflesso di un altro consiglio, quello dei diplomatici francesi e spagnoli, che, proclamata la tregua, stanno decidendo le sorti e le clausole della pace. Tra le divinità i sostenitori del partito della guerra (Marte, Bellona, ecc.) si contrappongono ai sostenitori del partito della pace (Giove, Genio cittadino, Venere, Mercurio, ecc.). Le ragioni degli uni e degli altri vengono dibattute da sostenitori e detrattori e, proprio nel rispecchiamento delle lunghe trattative portate avanti sulla terra, la soluzione sembra non poter giungere. Soltanto l'intervento di Venere riesce infine a sbloccare la situazione tra le divinità e a portare la maggioranza dei voti in favore della pace. Venere, infatti, invia Mercurio sulla terra, proprio nella regione dei Pirenei, dove sono in corso le trattative, per verificare quali siano gli umori degli uomini in riferimento alla scelta tra la prosecuzione della guerra o la stipula della pace. Mercurio torna, portando l'annuncio di pace e facendo quindi ottenere la vittoria alla Pace anche tra le sfere celesti. Il messaggio complessivo dell'opera, ponendo l'accento sul rilievo del dialogo e della diplomazia, ribalta l'idea della pace come risultato di una iniziativa divina: le divinità, infatti, riescono ad addivenire alla pace soltanto nel momento in cui sulla terra trionfa la diplomazia in vista della pace.
L'opera pone in rilievo le capacità dialettiche e strategiche dei protagonisti coinvolti nelle trattative e in particolare sulla figura del cardinale Mazarino, al quale l'opera è dedicata. La rappresentazione dei partiti e delle trattative celesti, dunque, è utilizzata come specchio della diplomazia, dei partiti e delle trattative umane. Il messaggio di Mercurio alle divinità, riportando i risultati dell'abilità diplomatica di Mazarino, si configura come uno delle centinaia di dispacci diplomatici, lettere, carteggi, diari con i quali circolavano notizie in Europa sull'andamento delle trattative. La specularità tra mondo celeste e mondo terreno è rappresentata anche nell'incisione in antiporta del libretto: lo spazio verticale della pagina è diviso in due parti dalla rappresentazione di una nuvola. Al di sopra, al centro, è Apollo con la cetra, assiso in trono sul carro del sole trainato dai due cavalli e possiamo forse identificare le figure ai lati con le muse. Lo spazio inferiore è occupato da cinque figure allegoriche, tra le quali una personificazione alata e coronata d'ulivo, forse la Pace, è al centro in posizione più elevata su una nave allegorica con prua a mascherone trainata da due cavalli marini e accompagnata da putti e personificazioni con torce.
Il libretto che si presenta in mostra fa riferimento alla rappresentazione avvenuta a Bologna nel 1671. Una successiva rappresentazione si ebbe a Venezia nel 1673, con la stessa dedica a Mazarino (datata Roma, 1660), e con l'aggiunta di un prologo dal titolo La pace tra le fiere, certamente emblematico del mutato clima.
CP
Das Sujet geht auf den Götterrat (der von Jupiter einberufen wird, um eine Lösung für den Konflikt zwischen Latinern und Trojanern zu finden) aus Vergils Epos Aeneis (Buch X) zurück.
Die Oper „Il Consiglio degli Dei“setzt die himmlische Versammlung der Götter auf einer Wolke über den Pyrenäen in Szene, während unten, auf der Erde, ein weiterer Rat tagt, bei dem französische und spanische Diplomaten nach der Verkündigung eines Waffenstillstands über das Geschick und die Bedingungen des Friedens verhandeln. Bei den Göttern stehen sich die Kriegspartei (Mars, Bellona etc.) und die Befürworter des Friedens (Jupiter, der Genius der Stadt, Venus, Merkur etc.) gegenüber. Die Argumente beider Parteien werden von Unterstützern und Gegnern diskutiert, jedoch scheint, ganz wie bei den langwierigen irdischen Verhandlungen für die Pyrenäenfrieden, keine Lösung in Sicht. Erst Venus gelingt es schließlich, einen Ausweg zu finden und eine Mehrheit für den Frieden zu gewinnen. Daraufhin sendet sie Merkur zur Erde, und zwar in die Pyrenäenregion, wo die Verhandlungen stattfinden, um zu erkunden, wie es um die Stimmung der Menschen hinsichtlich einer Entscheidung zwischen Krieg und Friedensvereinbarung stehe. Merkur kehrt mit einer Friedensbotschaft zurück, und so siegt auch in den himmlischen Sphären der Friede.
Die Gesamtbotschaft der Oper, welche die Bedeutung von Dialog und Diplomatie betont, kehrt die Vorstellung vom Frieden als Ergebnis göttlichen Eingreifens um. Die Götter gelangen in dem Moment zum Frieden, in dem die Friedensdiplomatie auf der Erde erfolgreich ist. Das Werk hebt die dialektischen und strategischen Fähigkeiten der an den Verhandlungen beteiligten Protagonisten hervor. Insbesondere sticht die Figur von Kardinal Mazarin heraus, dem die Oper gewidmet ist. Die Darstellung der himmlischen Parteien und Verhandlungen dient folglich als Spiegelbild menschlicher Diplomatie, Verhandlungen und Parteiungen. Auch der Stich, der das Frontispiz des Librettos schmückt, verdeutlicht die Symmetrie von himmlischer und irdischer Welt. Die Seite wird vertikal von einer Wolke in zwei Bereiche geteilt. Oben thront in der Mitte Apollo mit der Lyra auf dem von zwei Pferden gezogenen Sonnenwagen. Die Figuren an seiner Seite stellen die Musen dar. Den unteren Bereich dagegen nehmen fünf allegorische Figuren ein, in deren Mittelpunkt eine geflügelte und von einem Olivenzweig gekrönte Figur in erhabener Position – vielleicht Pax, die Personifikation des Friedens – auf einem allegorischen Schiff mit einem maskenförmigen Bug steht. Das Schiff wird von zwei Seepferden gezogen und von Putten und Figuren mit Fackeln begleitet.
Das in der Ausstellung gezeigte Libretto geht auf die 1671 in Bologna dargebotene Aufführung zurück. Eine weitere Aufführung in Venedig im Jahr 1673 war mit der gleichen Widmung an Mazarin (datiert Rom 1660) sowie einem Prolog mit dem Titel „La pace tra le fiere“ versehen, der zweifellos emblematisch für das veränderte politische Klima dieser Zeit steht.
CP