La ninfa Egeria, di tradizione latina, è protagonista e da il titolo alla festa teatrale in musica rappresentata a Vienna nel 1764, per festeggiare l'incoronazione dell'imperatore Giuseppe II. Testo e partitura di Egeria hanno conosciuto ampia circolazione in Europa, e in particolare in Italia, dove la composizione è ripresa in diverse città, tra cui Firenze e Napoli. Qui possiamo osservare il frontespizio del libretto stampato a Firenze.
La fonte Egeria rappresenta, fin dall’epoca latina, una fonte di ispirazione e di purificazione. Il mito latino riporta la ninfa Egeria come moglie e consigliera del re romano Numa Pompilio, ricordato per la saggezza del governo e per la pace che caratterizzò il suo regno, grazie all’ispirazione di Egeria. La fonte sarebbe scaturita dal pianto della ninfa alla morte di lui. Cogliendo il significato del mito, le divinità che costituiscono i personaggi della festa teatrale si recano presso la fonte di Egeria, nei pressi di Roma, a chiedere ispirazione perché la ninfa li aiuti a scegliere colui che, come nuovo Numa, sappia portare alla Terra la vera felicità, nella pace faticosamente conquistata in Europa.
Dal responso di Egeria, Giuseppe II è l’unico possibile nuovo ‘re dei romani’, poiché riunisce in equilibrio le arti della guerra e le arti della pace, donando alla Terra la perfetta felicità. Infatti, recita il testo, ‘Non vanterà la Terra felici abitatori | se all’ombra degli allori non germoglian gli ulivi’. In particolare è nella sezione centrale del componimento che assumono rilievo aspetti e virtù legati alla pubblica felicità, l’unione di vigore, forza, grandezza, con pietas, pace, giustizia: tutte le regie virtù in grado di delineare sulla Terra un ordine costituito capace di garantire asilo alle belle arti, alla crescita dell’umanità (‘sostegno di stirpe umana’), al rigoglio della natura e dell’agricoltura (‘pacifici aratri’, ‘germogli della campagna’), all’artigianato, ai commerci, al lavoro e ai ‘molli ozij di pace'.
CP