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Cantata pastorale a canto solo con vv. , Kestner 72

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Objekt
Objektart
Musik
Gattung
Cantata
Titel/Incipit
Cantata pastorale a canto solo con vv.
Inventarnummer/Signatur
Kestner 72
Verwalter
Verwalter (Ort)
Herstellung
Herstellungsort
Technik
Handschrift
Material
Papier
Datierung
Jahr Start
1700
Jahr Ende
1716
Messung
Messwert (H x B x T)
undefined
Literatur
Seitenzahl
S. 82–93
Bearbeitung
Bearbeiter
Chiara Pelliccia
Bearbeitungsstatus
Fortgeschritten
Dokumentation
PhD_Pelliccia
Kommentar:

 

La cantata sviluppa la tematica natalizia, spesso associata all'idea di pace. I motivi del passaggio dal gelo dell'inverno alla primavera (con figure come aprile, prati in fiore ecc.) e dalle ombre della notte alla luce del nuovo sole, il riferimento ad aprile, al rifiorire della natura e le immagini di armonia del mondo naturale, oltre a descrivere la rinascita spirituale dell'uomo attraverso la nascita di Cristo, fanno parte del ricco vocabolario utilizzato per simboleggiare, rispetto alla realtà politica europea, un ritorno, reale o auspicato, alla pace. L'aria finale, pastorale, condensa anche musicalmente queste caratteristiche.  

  

CP

Transkription:

Cantata pastorale a canto solo con VV. Del Sig.r Cav.e Aless.o Scarlatti

 

Non so qual più m’ingombra,

Fuor dell’usato mio, gioia o stupore

Poc’anzi oscura e bruna

Era la notte, e l’ombra,

Con argenteo splendore

Appena gli feria raggio di luna.

Or chiara in un momento

Ride l’aria serena, e ‘l colle intorno

Indora il dio del giorno;

Arsa da freddo gelo

Languìa l’erbetta, e ‘l prato:

Or su leggiadro stelo,

Già spunta il fior di bei colori ornato.

Guari non è, che il fonte

Pur negava gelato

Di bagnar, come pria, l’arida sponda;

Or dal vicino monte

Alletta, e piace il mormorio dell’onda.

 

Che sarà? Chi me lo dice?

Son felice e non intendo,

Mentre lieto vo godendo,

La cagion del mio piacer.

E non sa, contenta l’alma,

Questa calma e questa pace

Che m’alletta e tanto piace

Perché mai mi fa goder.

 

È nato, alfin mi dice

Rischiarato il pensiero

È nato il gran Messia

Da nostri Padri lungamente atteso

Me ‘l dice l’alma mia,

Me l’attesta l’acceso

Cor, che reso felice

Non paventa rovine

Al caro Ovile

Lo palesa l’aprile

Che le campagne infiora;

E ‘l biondo raggio

Del nuovo Sol che nacque.

Dell’ombre oscure a vendicar l’oltraggio.

Me l’additano l’acque

Che non raffrena il gel rigido, e fiero

Si, che è nato il Messia, dice il pensiero.

 

Nacque col gran Messia

La pace all’orbe intiero.

Così dice il pensiero

E me l’attesta il cor.

E lieta l’alma mia

Non sente affanni rei,

E godon gl’occhi miei

In mezzo al gelo il fior.